NOTA A SENTENZA N. 288/2021 TRIBUNALE DI CHIETI SEZ. LAVORO
Pubblichiamo la recentissima sentenza del Tribunale di Chieti, con cui un lavoratore ha ottenuto il riconoscimento totale del lavoro straordinario e la condanna del datore di lavoro al pagamento dei contributi previdenziali.
In primis si sottolinea l’importanza, in caso di difesa del lavoratore, di chiamare in causa l’Inps. Infatti, i contributi previdenziali sono di pertinenza esclusiva dell’Ente di Previdenza (qualunque esso sia). Per cui, il lavoratore non ha diritto a richiedere al datore il pagamento dei suoi contributi. Assistiamo quasi sempre a ricorsi in favore del lavoratore in cui si richiede la ricostruzione della posizione previdenziale senza avere citato in causa l’Ente di Previdenza, con la conseguenza che, se anche il ricorso del dipendente viene accolto quanto alle differenze retributive, il Tribunale è costretto nel contempo a rigettare la condanna al pagamento dei contributi, essendo l’INPS il solo soggetto legittimato attivo a richiederli.
Nel caso in questione il lavoratore non solo ha ottenuto quasi 15.000€ per gli straordinari effettuati in soli 11 mesi, ma si è visto riconoscere il diritto alla ricostruzione completa della sua posizione previdenziale, essendo stato condannato il datore di lavoro verso l’INPS.
Sugli straordinari si ricorda il consolidato indirizzo giurisprudenziale rigoroso in punto di prova. Per cui, prima di depositare in ricorso in Tribunale, occorre convocare il cliente per indicare i testimoni che ricordino con precisioni gli orari effettuati e trovare possibilmente documenti che attestino lo svolgimento del lavoro supplementare. Nel caso in questione, oltre alla concordanza dei testimoni sentiti dal Tribunale, sono risultate dirimenti le schede orarie che venivano comunicate al lavoratore sul cellulare.
Avv. Antonio di Monte.